Il tema caldo in casa Roma riguarda l’operato dei Friedkin, con alcune situazioni finite al centro del ciclone in casa Roma.
Raggiunto dai microfoni di Cityrumors, ha preso voce il grande ex Roma, che inchioda con i numeri proprio quanto fatto nel corso degli anni dai Friedkin, finiti oltretutto al centro di alcune polemiche per quanto riguarda la multiproprietà che riguarda proprio gli statunitensi.
La Roma si trova coinvolta in questo momento in una situazione di classifica molto complessa, tant’è che le voci sull’esonero di Ivan Juric non mancano. Qualora dovesse venire fuori, da ricordare come l’ex Roma Daniele De Rossi, sia ancora sotto contratto col club capitolino. E chissà, in caso di licenziamento per il croato, cosa verrebbe fuori nella scelta in Capitale.
Le voci sull’esonero di Ivan Juric non mancano, il tecnico croato sfida l’Inter nel week-end in quello che è il suo primo grande match da quando allena la Roma.
Fino ad ora alti e bassi vissuti tra campionato ed Europa League per l’ex Torino, con le voci sul ritorno di De Rossi che non sono mancate. Ma l’esonero di De Rossi, quello possibile di Juric, pare siano causa di un’operato non proprio all’altezza e non del tecnico, secondo quanto dichiarato attraverso i numeri, proprio dall’ex giallorosso.
Ai microfoni di Cityrumors, infatti, ha preso voce e rotto il silenzio su tale tema, l’ex presidente americano dei giallorossi, James Pallotta. Le sue parole arrivano dopo quanto fatto, fino a questo momento, dai criticatissimi Friedkin in Capitale.
E dunque, quelle che seguono, sono le dichiarazioni dell’ex presidente della Roma, James Pallotta, che “inchioda” i Friedkin sul loro operato: “A Roma mi rimpiangono e sono meglio di loro? Vedo le critiche ai Friedkin, io non giudico. E allora lasciamo parlare i numeri. Quelli li possiamo giudicare, non sono io a dirlo, ci sono dei punti che facevamo ogni anno. Basta vedere quelli, i piazzamenti in Champions League, non serve dire altro”.
C’è solo una cosa che non perdonano all’ex Roma, James Pallotta, sulla sua gestione. È quella legata a Totti, presenza troppo “ingombrante” che è stato fatto fuori da giocatore della Roma, quando c’era Spalletti in panchina. Al di là di questo però, a Roma, si respirerebbe un’aria di “rimpianto” sull’ex presidente. La gestione attuale dei Friedkin ha creato non pochi scompigli, con la Capitale che è divisa su chi ancora sostiene il presidente americano e chi invece rimpiange lo statunitense che ha preceduto la gestione dei Friedkin, proprio a causa dei piazzamenti in Champions League che sono venuti fuori anno dopo anno, sotto la sua stessa gestione.
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