Shock nel calcio per quanto successo all’arbitro nel massimo campionato, con conseguente squalifica e carcere per il colpevole.
Un atto troppo grave, che va oltre la squalifica con sentenza sportiva perché si cade nel penale, secondo quanto si racconta nel corso della serata, con la richiesta ufficiale del Pubblico Ministero ai danni di chi ha commesso tale reato.
Furono immagini a dir poco raccapriccianti, con l’arbitro in questione che mai pensava di potersi trovare in tale situazione. Cercando di coprirsi il volto, fu più volte preso a pugni e calci, in quello che fu uno scenario clamoroso, e che vede il carcere a distanza di quasi un anno dai fatti commessi.
Calci e pugni al direttore di gara: shock nel calcio, sarà carcere
Il presidente del club, tra i più importanti del campionato, è stato squalificato a vita. Ma questo non basta, considerando che la sentenza porterà al carcere, nella richiesta del Pubblico Ministero che ha richiesto la condanna con 13 anni di prigione per l’aggressione shock all’arbitro che arrivò in campo, sotto l’occhio delle telecamere.
La partita finì 1-1 e il risultato fu deciso, secondo le accuse di chi ha poi oltrepassato ogni limite della decenza, per un errore arbitrale. Il rigore assegnato agli ospiti nel finale di partita fu un oltraggio per il presidente che, entrando in campo, ha deciso di sferrare calci e pugni al direttore di gara.
Si tratta del presidente Faruk Koca, dell’Ankaragucu, squadra turca tra i massimi campionati del calcio in Turchia. Il presidente, entrando in campo, sferrò pugni e calci all’arbitro Halil Umit Meler, fischietto che ha diretto diverse partite in campo internazionale. Situazione, quella vissuta nel finale di partita che purtroppo, il direttore di gara non dimenticherà mai più.
La sentenza dopo l’aggressione: cosa accadde in campo
A seguito di quanto accaduto, nei giorni successivi alla brutale aggressione ai danni del direttore di gara, Halil Umit Meler, il presidente dell’Ankaragucu, Faruk Koca, è stato squalificato a vita dal calcio. Ma adesso le cose, per lui, peggiorano, con la richiesta di carcere. “Ti ammazzo” ha urlato mentre sferrava calci e pugni, insieme inoltre ad altre tre persone, che hanno brutalmente aggredito l’arbitro nello scorso 11 dicembre. La Federcalcio turca, quando avvenne l’episodio, decise di squalificare a vita lo stesso presidente e di predisporre le porte chiuse per la squadra coinvolta nei fatti, per cinque partite casalinghe di fila. Troppo poco a quanto pare, perché adesso è carcere, per lunghi anni, quelli che rischia il presidente Koca.
Un ex Serie A in campo durante l’aggressione
Nella testimonianza di quanto accaduto, l’arbitro confessa: “Mi colpiva sotto l’occhio destro, io ero a terra e ho ricevuto diversi calci. Koca urlava che mi avrebbe ucciso, ero terrorizzato”. Il motivo della brutale aggressione in ogni caso è riconducibile alle proteste per il calcio di rigore, realizzato dall’ex Benevento e Verona, Gaich, nell’1-1 ottenuto sul finale di partita di quella giornata di dicembre.