Una storia terribile, riguardo il mondo delle scommesse illegali collegate a delle partite truccate. Ecco la confessione di un big, che ha fatto parte anche della Nazionale.
Una brutta vicenda che colpisce il mondo del calcio, spesso travolto da queste inchieste giudiziarie. Questa volta, a finire sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, sono le partite che sono state corrotte per delle scommesse.
Ecco le dichiarazioni di un ex Nazionale, che è uscito allo scoperto con questa intervista in cui ha confessato la sua verità.
Arriva un aggiornamento riguardo l’inchiesta, durata più di due anni, che ha portato all’arresta di tantissime persone che si sono rese protagoniste di scommesse illegali su partite truccate.
Complessivamente, sono 128 gli indagati. Una maxi indagine che ha fatto uscire fuori tutto il marcio che c’era all’interno della Federazione con alcuni dirigenti che sono stati rimossi dai rispettivi incarichi.
Una storia terribile che ha impressionato anche i tifosi, soprattutto dopo il racconto dell’ex calciatore.
Inchiesta sulle scommesse: la confessione di un Nazionale
Dopo essere stato in carcere, ecco la storia da parte del giocatore che ha avuto un passato anche nella Nazionale maggiore.
La sua avventura da calciatore si è chiusa nel peggiore dei modi, con l’inchiesta sulle partite truccate e le scommesse che l’ha travolto letterlamente e messo fine alla sua esperienza nel calcio professionistico.
Il 32enne, a distanza di mesi, ha confessato tutto e raccontanto la sua storia da brividi. Dopo essere stato detenuto nel carcere in Cina, squalificato a vita dalla Federazione cinese, ecco il racconto del centrocampista sudcoreano Son Jun-ho.
“Non ho mai truccato le partite. Hanno minacciato mia moglie e la mia famiglia se non avessi ammesso le accuse contro di me. Avrebbero portato tutti nel centro di detenzione. Non avevo scelta, per questo ho confessato che ho manipolato alcune gare. Speravo di tornare il prima possibile dalla mia famiglia”.
Cosa si nasconde dietro le scommesse illegali?
Ai tempi dell’arresto, il calciatore giocava per la squadra dello Shandong Taishan nella Chinese Super League. Nel 2023 è stato arrestato perché accusato di aver accettato una tangente per truccare una partita.
Indotto dagli inquirenti a prendersi le colpe dello scandalo scommesse, insieme ad altre persone, alla fine Son Jun-ho è tornato in patria nel marzo 2024, dopo una detenzione nel carcere della Cina. In un’intervista ha dichiarato la propria innocenza, attaccando le autorità cinesi che l’hanno bandito a vita dal calcio.
“Non ho avuto scelta, ho soltanto ammesso tutte le responsabilità che non avevo. Ho fatto questo per poter tornare dalla mia famiglia il prima possibile”.